la piccola fanciulla giocava,
esiliata in un angolo perduto
del cortile di casa.
Loro disposero che crescesse
senza sogni né aspirazioni,
né domande, né pretese,
che restasse lì, obbediente,
senza infastidire nessuno.
Volevano che fosse irrilevante,
china nella cenere del camino.
Era come se avessero imprigionato una farfalla
tra un rovo d’uno sterpaio dimenticato.
Eppure, per tutti quegli anni
che il domani aveva smarrito,
la ragazzina volgeva lo sguardo lontano,
con il sostegno d’una speranza
che scorreva, come il fiume tra ciottoli e dune,
in silenzio e regolarmente verso il mare.
Maria Teresa Stillo
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