come niente fosse,
mi asciugo le lacrime
di questa stagione amara.
Come forestiera,
mi aggiro col mio piccolo fagotto
attraverso la giungla priva di sentieri
e cammino spingendo i miei passi,
solo notti senza luna, senza una stella.
Attorno alla neve che si scioglie
sorgono figure senza colore,
ombre imbottite di paglia (appaiono - si levano - mostrano).
E questo mio stare qui è sprovvisto di interesse,
con le mani in tasca in mezzo a questo niente,
senza direzione, senza tempo,
come in una vita priva di senso...
Fumo e nebbia
lungo questo corso d’acqua che scorre.
Mi fermo, osservo.
Andrò dove vorrà condurmi.
Maria Teresa Stillo
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