All’ombra dei cipressi
infuria un uragano.
Non ci sono più stelle, né soli,
né gabbiani sulla riva del mare,
né canti, né note di chitarra
e suoni di armoniche.
Abbassa il suo sguardo la luna calante,
versa la sua falce sul feretro
e si accosta ai dolenti.
Lui era il più giovane di fratelli,
l’artista del legno più apprezzato
che istante per istante
rallegrava i giorni, i mesi, gli anni.
Pepè è morto,
è volato via
su una carrozza di legno intrecciato,
così, all’improvviso
senza alcun saluto,
lasciando la sua indelebile memoria,
sulla distesa marina.
Maria Teresa Stillo
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