A MIO FIGLIO

Abbi fiducia nella vita
e non nelle ideologie;
non ascoltare i missionari
di quest’illusione o quell’altra.

Ricorda che c’è una sola cosa
affermativa, l’invenzione;
il sistema invece è caratteristico
della mancanza d’immaginazione.

Ricorda che tutto accade
a caso e che niente dura,
il che non ti vieta di fare
un disegno sul vetro appannato,

né di cantare qualche nota
semplice quando sei contento;
può darsi che sia un bel disegno,
che la canzone sia bella:

ma questo non ha certo importanza,
basta che piacciano a te.
Un giorno morrai; non fa niente,
poiché saranno gli altri ad accorgersene

J.Rodolfo Wilcock

1 commento:

  1. C'era una teoria sulla base della quale qualcuno andava sostenendo che ogni gesto che compie l'essere umano è un tentativo per sfuggire alla propria finitudine, alla propria paura della morte. Alcuni esempi semplici:
    - l'aggregarsi in masse perché così l'uomo s'illude di non esser chiuso nella debolezza della propria solitudine e della propria mortalità ma si ritiene protetto ed al sicuro nella forza di una collettività;
    - lo scrivere un'opera letteraria che possa sopravvivere nel tempo e che faccia così sopravvivere (sfuggire dalla morte in qualche modo) l'autore;
    - lo stimolo a riprodursi, perché in un certo senso nei figli sopravvivono (sfuggono alla morte) gli avi.

    Temevo potesse essere una triste condizione alla quale l'uomo non potesse/non volesse sfuggire. Poi, ho capito (o immagino di aver capito) che non è vero che tutto quello che fa lo si fa per sfuggire dalla (paura della) morte. Qualcosa la si può fare per vivere, per vivere e basta, nel qui ed ora, accogliendo il qui ed ora, accogliendolo come si coglie il respiro che va e che viene e non piegandolo a qualche scopo, strumentalizzandolo.

    Il "qui ed ora" che sta dietro il "disegno nel vetro appannato" o il "cantare qualche nota/ semplice mentre sei contento" mi ricorda questo fatto, questa possibilità di vivere per vivere e non di vivere solo per sfuggire alla morte, ché non potrebbe più definirsi vivere. E non è solo questo post a ricordarmi del "vivere per vivere" ma è l'intero blog, è una persona come te... Grazie Maria Teresa!

    Purtroppo per oggi devo fermarmi qui nella lettura del blog (le valigie per la partenza chiamano) - ma contaci che tornerò, eccome se tornerò! Intanto, COMPLIMENTI per tutte queste fantastiche pubblicazioni. Un saluto.

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